venerdì 9 gennaio 2015

Caoineadh

È tornato. Grosso come non mai, doloroso come sempre. Il groppo in gola che guida la mia mano verso il braccio sinistro e spinge le mie unghie sempre più a fondo, a scavare gli strati di marcio che mi ricoprono i pensieri e l' anima.
Sempre il solito motivo, le solite parole, le solite lacrime, il solito tempo perso.Sono stanca di me stessa, sono stanca di avere paura, di pensare troppo e di deludere.Forse per la prima volta nella vita devo combattere con la paura di avere la forza di morire davvero, l'ipotesi di piantarmi un coltello nella pancia non mi spaventa più, non ho motivi per avere paura di morire, ho solo paura di non avere più paura.

mercoledì 17 dicembre 2014

Normale

Certe volte vorrei essere normale, con tutti i problemi delle persone normali.
Soffrire normalmente per qualcosa, riuscire ad essere soggettiva, lasciarmi trasportare dai sentimenti, deludermi, piangere per paura di qualcosa e non per i soliti terribili mostri che mi rubano i pensieri e mi tirano fuori le lacrime dagli occhi.
Invece sono intrappolata in un labirinto di oggettività, autocritica pressochè nulla e apatia, ma infondo a tutto vedo una luce ed una sagoma che mi tende una mano. Lui.
La stessa persona che mesi fa mi ha preso un braccio e non l'ha lasciato andare, che spero non mi permetterà di girare la schiena e andarmene per sempre e sparire in quell' immagine che tanto teme.
Sono innamorata ed è sempre con le emozioni profonde che la bestia dentro di me si assopisce per scatenarsi quando tutto sembra andare per il meglio, è inevitabile che io distrugga la calma attorno a me, odio la calma. Spero con tutta me stessa di non uccidere nessuno questa volta, ma so per certo che così non sarà e quando si scatenerà il mostro questa volta potrei anche cadere io stessa, non penso di avere più le forze per sopravvivermi.
Ho un pensiero fisso in testa, nascosto dietro all' immagine della sua bocca che scandisce le parole "TI AMO". Un pensiero irragionevole forse, ma che mi entra dentro e mi squarcia il cervello. Spero di non annoiarmi mai. Spero di resistere, con la forza di entrambi. Spero in un sacco di cose e non penso di aver mai sperato così tanto.
Questa volta ci credo. Credo perchè è assurdo.

lunedì 20 ottobre 2014

Non Sono Più

Ho finito di essere, forse per sempre o magari durerà poco, ma la verità è che non sono più.
Ho smesso di sentirmi qualcuno, ora soffoco sotto un mare di apatia e immancabile nulla.
Non sono più, forse per scelta o perchè ormai era l'unica cosa possibile.
Vago senza freni, in balia di me stessa e delle mie paure, delle mie perversioni.
Lascio che la bestia si scateni e che possa essere vista.
Non mi importa più di ingoiare mostri e sputare anime.

mercoledì 16 aprile 2014

R.I.P.


"Era troppo giovane" ..giovane, non mi sento giovane da un pezzo.
"Perchè? Perchè l'ha fatto, la vita vale la pena di essere vissuta" ..scusa, non sopporto l'umanità.
"È sempre stata una testa calda, si sapeva sarebbe finita così"  ..come darti torto vecchio ciccione.
"Non ha mai smesso di voler morire, era la sua volontà" ..DinDinDin abbiamo un vincitore!!

Sento le loro voci lontane, ovattate, tutto è rallentato, sereno. Sono qui a pochi passi da me, ma li sento lontani anni luce, sono sempre stata abituata a immergermi nelle emozioni degli altri e sopravvivere aggrappandomi ai sentimenti altrui, ma adesso è tutto cambiato, il nulla che ho dentro è diventato un nulla leggero e senza importanza, un nulla più che sopportabile. Intorno a me tutti piangono lacrime colme di senso di colpa. Io, seduta sulla mia lapide nero lucido, una foto che odio a decorare l'angolo destro, banalità incise frettolosamente in un carattere ancor più banale, fiori finti a decorare la mia bara. Dovevo ricordarmi di scrivere due righe su come avrei voluto il funerale. Fischietto una canzoncina allegra, vedere tutte queste persone sconosciute piangere per la mia morte mi diverte, mi fa quasi sentire bene. Non conosco nessuno di tutti loro, eppure piangono come se mi conoscessero. Le uniche due persone che erano effettivamente presenti nella mia vita stanno in disparte, gli occhi velati di tristezza. Vorrei dirgli che mi dispiace, ma la verità è che non mi dispiace affatto.
Nessuno mi aveva mai detto che dopo la morte si vede in bianconero, chi poteva dirmelo in effetti. È strano, ma piacevole. Rende tutto surreale e retrò, come un vecchio film. Chissà se finirà prima o poi questa pellicola.
Tagliarmi le vene è stato meraviglioso, il momento più bello della mia morte, forse il più bello della mia intera vita. Ho fissato il rosso nettare vitale sgorgarmi fuori dai polsi con furia, ho amato il caldo abbraccio del mio fluido color rubino che dolcemente avvolgeva i miei ultimi pensieri. Per la prima volta nella vita ho avuto pensieri felici, pensieri rosso fuoco e non pensieri neri. Mi sono sentita bene, come mai successo prima. Dovevo morire a ventuno anni, come avevo stabilito, non avrei sprecato altri anni a vedere colorato come il resto del mondo e a cercare di capire a cosa servissero tutti quei colori.
Da quando sono morta non c'è nulla di chiaro, mi aspettavo di morire e di diventare immediatamente un nulla organico utile solo a cibare vermi, invece mi ritrovo a fluttuare a tre metri dal mio corpo candidamente immobile, mi vedo bella come non mai. Avrei potuto accettare una qualsiasi divinità che mi smistasse nel reparto adatto con il cappello parlante di Harry Potter, oppure una piacevole gita in barca con Caron dimonio con occhi di bragia. Di certo non mi aspettavo un niente così vano. Sono qui ad attendere qualcosa, o forse dovrei fare io qualcosa, forse sono in sospeso e devo risolvere i miei problemi terreni per andare da un'altra parte, ma se non posso allontanarmi più di tre metri dalla mia salma, come posso infestare case e fare tutte quelle cose divertenti che fanno i fantasmi?!

"Era una persona particolare, aveva i suoi problemi e ha perso la fede nella vita.. blablabla.. la ricorderemo con affetto e la perdoneremo per essersi tolta la vita, come Dio perdona i nostri peccati"


Che cazzo sta dicendo questo?! Non ho mai creduto in Dio. Chi parla è un signore di mezza età, gli occhi ravvicinati e piccoli, le labbra umide e sottili che si mordicchia di tanto in tanto, un fazzoletto in mano con cui si tampona la fronte a intervalli regolari, non fa caldo, ma la camicia che indossa ha due disgustosi aloni bagnati sotto alle ascelle; ha l'aria della persona viscida, non ha idea di chi io sia e vomita parole amorfe e senza significato in faccia ad una massa di sconosciuti. Una bella messa in scena. Il premio miglior attore non protagonista va alla signora in terza fila, le sue lacrime sono così reali che ad un certo momento ho creduto quasi di averla incrociata un paio di volte sul pianerottolo di casa.
Il tizio ha finito di parlare e la gente ha smesso di sgorgare senso di colpa dagli occhi cominciando ad andarsene velocemente, quasi scocciata di aver perso una mezz' ora davanti ad un cumulo di terra, come dargli torto.
I miei due compagni di vita si avvicinano a quello che sarà il mio riposo(?) eterno, non piangono, ma qualcosa nei loro occhi è cambiato, sembrano quasi velati di bianco, come gli occhi degli anziani, sono arrabbiati con me. Per un secondo penso di aver fatto un errore. No, ho fatto la cosa giusta o non mi sentirei così in pace.

"Quindi alla fine l'ha fatto.."

"Già."
"Qualcosa l'ha portato a termine finalmente."
Hanno capito tutto. Hanno sempre capito tutto. Un silenzio che sembra interminabile squarcia il cielo. Si scambiano un' occhiata colma di mille pensieri e ricordi, uno di quegli sguardi capace di farti piangere, urlare e ridere allo stesso tempo, un po' come la sensazione di lanciarsi nel vuoto, un po' come essere innamorati. Vorrei rientrare un attimo nel mio corpo per abbracciarli e dirgli che non mi sono mai sentita così bene, che non sono pentita e lo rifarei altre mille volte. Non è vero, non voglio tornare in quel corpo, non voglio più vedere i colori, sto così bene in questo inconsistente limbo bianco e nero.
Uno dei due tira fuori una spilla da balia, la riconoscerei ovunque, è quella che ha bucato la mia pelle tutte le volte che qualcosa andava storto, è il mio più importante feticcio. Sulla punta una minuscola goccia di sangue, il mio, pieno di dolore ed esperienza, moniti e imposizioni. Lo sguardo di entrambi è fisso su quell' ultimo briciolo del mio plasma. Una lacrima solca lentamente la guancia di quello che pensavo fosse il meno emotivo, mi lancio verso di lui a raccoglierla prima che dal mento cada a terra e vada sprecata, mi trapassa la mano bruciando come un frammento di lava incandescente. In quel momento tutto il loro dolore mi si riversa addosso, come migliaia si spilli che mi penetrano ovunque, non sono più fatta di carne e non mi capacito di come possa provare tutta quella sofferenza. Forse questa è la vera morte.
In un istante tutto cambia, il loro sguardo sembra meno appesantito, si prendono per mano, un lieve sorriso si disegna sulle loro labbra. Lasciano cadere la spilla sul mio letto di morte.

"Starà bene."
Un urlo di straziante e impercettibile dolore mi esce dalle labbra, il viso mi si contrae in una smorfia di pura sofferenza, il bianco è sparito, solo nero in torno a me. Non riesco a pensare, affogo in quella lacrima e nei loro sentimenti. Con l'ultimo mio briciolo di esistenza mi sforzo di aprire gli occhi, vedo le loro schiene sparire in una fitta e nera nebbia irreale. Riesco chiaramente a vedere la fine. In uno spasmo di disperazione sparisco. Tre parole galleggiano nel vuoto, tutto quello che rimane di me..



Ora sto bene
.

sabato 8 marzo 2014

Guardo La Mia Vita Attraverso il Fondo Di Un Bicchiere Di Chivas Invecchiato 12anni.

Non c'è nulla di migliore in me, non vedo neanche qualcosa di bello.
Vedo il fondo di un bicchiere, in lontananza posso scorgere qualcosa di molto vicino ad una bestia, la proiezione di un essere umano pieno di sentimenti; uno specchio enorme e ben piazzato, capace di riflettere ogni cosa nel modo giusto.. giusto.. non c'è nulla di giusto in tutto questo.
Non c'è nulla di giusto in me.

Mi ero illusa di riuscire a bere con leggerezza un bicchiere di whisky e invece come al solito dopo il primo sorso torna a galla tutto. Certe volte credo di essere umana solo quando bevo; quando quella sensazione che ti scalda il cuore, ti mette in moto il cervello e distrugge per poche ore il muro di nulla che hai dentro facendo uscire tutto a valanga e senza senso, amplificando il briciolo di emozioni che ti rimane e hai nascosto bene per non uccidere anche quelle con il tuo veleno.

Uccidere, è questo che fai. Sempre e solo questo. A volte pensi di essertene stancata, aver smesso di farlo, ma non puoi. Sei avvelenata, per sempre. Non puoi guarire, non puoi smettere di fare male.
Ricordo quando ero pura, libera, ero tanto triste. Ho cercato in tutti i modi la felicità e ho finito per avvelenarmi la vita, cercando di liberarmi dalla tristezza ho distrutto tutto, sono morta dentro. Me lo merito?

Forse non me lo meritavo, un tempo, tanti anni fa.
Ora è l'unico destino che giudico possibile per una persona inconsciamente crudele come sono io. Il non averlo fatto intenzionalmente non discolpa dall'omicidio. Merito di peggio forse, ma cosa c'è di peggio di essere niente ed esserne consapevole?

Sei mai stato al buio davvero?
Sei mai stato sveglio la notte?
Fissando nel vuoto per ore, cercando di darti risposte.
La testa diventa pesante, cominci davvero a sudare
e intanto finisce la notte, ma l'incubo ancora rimane.
Scomodo, madido, in un angolo.
Continuano a piovermi addosso le vostre fottute parole.
Scomodo, madido, in un angolo.
Non voglio restarci per sempre, non posso.

lunedì 2 dicembre 2013

Attento A Quello Che Desideri, Potrebbe Avverarsi

Il mondo crolla quando scopri che ciò che pensavi di essere è solo l'illusione che ti sei creato. Le cose buone sono esistite solo nella tua testa e lì rimarranno, sepolte sotto strati di marcio che ti mangeranno l'anima. Ti chiederai duecento volte se potevi fare qualcosa per cambiare, ma le persone non cambiano, si rivelano..
Smetterai di desiderare, smetterai di crederti.
Ti abbandonerai al tuo veleno perdendo l'ultimo briciolo di umanità. Piangerai, sorriderai, ti emozionerai per i sentimenti degli altri, non perchè sentirai veramente il brivido. Sarai vuoto, come hai sempre sospettato di essere. Sarai rabbia e gioia, lacrime e amore, degli altri.. Non sarai più in grado di capire di essere schifo, morirai inconsapevole e felice di andartene, come meriti.

lunedì 11 novembre 2013

Muk.

C'erano una volta un mondo coperto interamente d'acqua e una ragazza metà donna metà polpo. Il suo nome era Muk ed era la più bella tra le creature di quel mondo, i suoi tentacoli erano di un viola intenso come il riflesso del sole al tramonto, i suoi capelli di un verde chiaro quasi irreale, le linee del corpo erano morbide e sinuose come fossero state erose dall' acqua nei secoli, i suoi occhi erano del rosso del fuoco e i suoi denti erano appuntiti come spine.
Muk era sola, ma amava il suo mondo, l'acqua era ciò che la faceva sentire bene e non avrebbe desiderato altra vita se non quella tra i pesci e le creature degli abissi; quando nuotava riusciva a non pensare, la sua mente era sgombra e riusciva a dimenticare di esistere , poteva sentire il rumore di quello che aveva intorno dimenticandosi di sè stessa e della sua solitudine. Nuotava sempre, si fermava a riposare solo quando era allo stremo delle forze, la speranza di trovare qualcuno simile a lei non l'aveva mai avuta, nel momento in cui si era svegliata la prima volta era certa di essere sola. In fondo al cuore non aveva nessuna luce, nessuna ombra, solo acqua e consapevolezza di sè. Amava scoprire le cose, poche settimane prima aveva scoperto un nuovo colore, l'aveva chiamato giallo, era strano. Le faceva male agli occhi, non le piaceva, però era nuovo e in quanto nuovo, affascinante.
Un giorno Muk si svegliò e la sua mente era pervasa da una strana sensazione, non sapeva cosa fosse, non aveva mai provato quella cosa strana. Il suo cuore stava male e la mente non riusciva a ragionare, decise che quella cosa si sarebbe chiamata rabbia e che non avrebbe voluto provarla più. Cominciò a nuotare con tutta l'energia che aveva, nuotava così veloce che non riusciva a sentire più alcun rumore, nuotò per ore, per giorni, forse per settimane, fino a quando le forze la abbandonarono e cadde addormentata.
Si svegliò molte ore dopo, immersa in un buio denso e fitto, quella che aveva deciso si sarebbe chiamata rabbia non c'era più, sparita, forse per sempre. Sentiva un' altra nuova sensazione, questa volta era un calore strano che partiva dal fondo del suo cuore. Una flebile luce la attirava verso il basso. Muk non aveva niente da perdere, niente la tratteneva dal seguire la luce. Nuotò per molto tempo e quando ormai stava per perdere la curiosità, quella piccola luce divenne immensa, tutto era illuminato, il buio era sparito.
Dove si trovava!? Cos'era quel posto!?
D' un tratto si accorse che l'acqua era sparita, intorno a lei una materia impalpabile con un lieve profumo di umido così familiare. Sotto di lei una distesa di quelle che sembravano piccole alghe brillanti, decise che quella si sarebbe chiamata erba. Era eccitata e spaventata, non sapeva dove guardare, cosa toccare; tutto era nuovo e meraviglioso, così diverso dalla sua acqua. Era difficile camminare con i suoi lunghi tentacoli su quella distesa verde brillante, ma l' emozione era troppa per stare ferma, voleva conoscere tutto.
Muk cominciò a muoversi, annusò, assaggiò e toccò tutto quello che poteva, non riusciva a credere che tutto questo, così diverso, era sempre stato così vicino, eppure aveva girato in lungo e in largo il suo mondo per anni e non aveva mai visto nulla di simile. Non riusciva a cessare di stupirsi di tutto, aveva una sete insaziabile di novità.
Passarono i mesi e Muk non smetteva di scoprire cose nuove, ormai quasi tutto aveva un nome e i colori erano diventati tantissimi, non desiderava più smettere di pensare, non desiderava più dimenticarsi di esistere, in quel mondo valeva la pena vivere.
Un giorno la ragazza guardò in basso, c'era qualcosa di strano, ma non riusciva a capire cosa; i suoi bellissimi tentacoli si erano trasformati in due cose strane, mai viste eppure così familiari, gambe. Non se ne accorse, era così naturale averle, era così comodo camminare con quelle estremità. Muk era cambiata senza accorgersene, nel suo cuore ora c'erano terra, luce e buio. Niente le avrebbe ricordato la sua vita passata, l'acqua non era più il suo amore, nel suo cuore non c'era più spazio per l'acqua e la consapevolezza di sè.
Morì pochi anni dopo diventando acqua senza ricordarsi di esserlo sempre stata.

lunedì 7 ottobre 2013

L' Anima Degli Esseri È Racchiusa Nel Loro Odore

Una volta una persona mi ha detto che ho un buon odore e che questo significa che sono buona dentro.
Non credo sia vero, ma da quella sera ci ho pensato spesso.
L'odore delle persone è sempre stato importante. L'uomo che ho amato con più passione ha un buonissimo profumo, mi ricordo che il suo sudore dopo la palestra non riusciva a disgustarmi. L'amica migliore che ho sa sempre di pulito e potrei riconoscere quell' aroma ovunque. Della scopata più fallimentare e noiosa mi ricordo l' acredine del suo sudore. È difficile che mi fidi di qualcuno con uno strano odore, mi hanno sempre delusa in qualche modo. Esattamente quest'ultimo pensiero mi si è fissato in testa.
Fidarsi del proprio naso per giudicare le persone.
Nel mondo c'è una sola persona che riesce a disgustarmi, non riesco a togliermi dal cervello lo schifo che provo quando sento la sua puzza. Quel litro di profumo che usa per sentirsi meglio, ma che risulta nauseante ed eccessivamente dolce, quell' esatta fragranza che detesto e sopporto da troppo. Lo stesso profumo che quando svanisce lascia dietro di sè un olezzo nauseabondo insopportabile al mio naso.
Non so il motivo per cui io odi il suo odore, non so neanche il motivo per cui io disprezzi così tanto questo essere umano. ( O meglio, lo so, ma sono un po' troppo grande per vivere il mito del NO FUTURE. ) Infondo dovrei essere empatica come lo sono di solito, ma di fronte ai suoi drammi di vita vissuta rimango immobile e penso al fatto che vorrei tanto fumarmi una canna. Non mi interessa la sua esistenza, non riesco a pensare di stare parlarlando con qualcuno al mio stesso livello.
Credo di stare male per questo motivo, continuo a pensare che ci sia qualcosa che non va in me. Il veleno sta uccidendo anche le mie emozioni, non più solo quelle degli altri. Non riesco a capire se è questo il vero motivo dell' apatia che mi affligge da mesi. Ho perso anche le ultime energie.
Non ho più neanche la forza di buttarmi via..

lunedì 16 settembre 2013

Tredici Modi Per Morire..


Il rasoio fa male,

il fiume è troppo basso,

l'acido è bestiale,

la droga dà il collasso,

la corda si spezza,
la pistola è proibita,
il gas puzza e allora..
viva la vita!

Ci sono troppi modi per morire, la cosa importante è scegliere quello più adatto a noi..



Armi da Fuoco:
Non siamo in America, non è così facile reperire pistole e fucili, in caso ne siate già provvisti siete persone molto fortunate, fare il porto d'armi per uccidersi il giorno dopo non è conveniente, sicuramente mentre vi state decomponendo non vi importerà dei soldi, ma vuoi mettere avere la soddisfazione di sparare con un AK-47, un buon motivo per posporre la decisione di crepare. Ricordate che per spararsi in bocca bisogna comunque mirare in alto, verso il cervello, c'è sempre la possibilità che sbagliate colpo e sfiga vuole che perdiate l'uso della mascella senza morire, seguirà una vita in cui siete obbligati solo ad ascoltare gli altri, se questo è il vostro obbiettivo c'è la facoltà di psicologia che è molto meno impegnativa. In caso decidiate di puntare alla tempia, ricordate di sparare con la mano sbagliata (destra se siete mancini e sinistra se siete destrorsi) tanto per confondere un po' gli investigatori. Si sa che il suicidio con arma da fuoco è per farsi notare, parleranno di voi anche sui giornali. Lasciate un biglietto equivoco senza impronte digitali, magari scritto al computer. Per rendere il tutto più scenico e grottesco mettetevi vicino ad un muro bianco, gli schizzi decoreranno la parete e ricorderanno ai prossimi inquilini della casa quanto faccia schifo la vita. Inutile specificare che questo tipo di suicidio è adatto a star decadute, modelle psicopatiche, politici e mafiosi pentiti. In caso non rientrate in qualcuna di queste categorie non c'è da preoccuparsi, sarete morti, nessuno ve lo farà notare.


Barbiturici & Alcool: L'infallibile accoppiata più amata dalle donne statunitensi. Accompagnare il classico goccetto di fine giornata con qualche dose di Penthotal. Rapido e indolore, vi regalerà il sonno più lungo e riposante di sempre. È consigliabile avere amici epilettici a cui rubare qualche flacone.


Lamette: Adatte ai pensatori, alle persone che vogliono vedere il proprio fluido vitale scorrere lontano da sè stessi, sentire il caldo della vita abbandonarti e scorrerti sulla pelle come non fosse tuo. Ti permette di avere il tempo per pensare e ponderare, nei casi limite anche cambiare idea. Un consiglio spassionato per evitare attese di ore ed ore e ritrovarsi, negli ultimi istanti di vita, a pensare "ho dimenticato di dare da mangiare al pesce rosso" perchè la tua vita ha finito di scorrerti davanti agli occhi da un po': esistono gli anticoagulanti e lo so che il cinema moderno ci ha abituati ai tagli perpendicolari alle vene, ma vi assicuro che sono più funzionali se tagliate la vena parallelamente a come scorre. Un altro aiuto è una vasca di acqua calda in cui immergervi e godervi il vostro ultimo bagno rosso sangue.
Parlando di dolore non c'è niente di meglio che le lamette, riescono a farti dimenticare i mali del mondo, ma qui parla una drogata di autolesionismo, quindi fa male, è bello, sporca un sacco e chi dovrà pulire il vostro casino non sarà felice; da qui un consiglio ulteriore, fatelo in casa di qualcuno che vi sta sul cazzo se non volete usare la vasca (no, non siamo nei film che straborderà acqua rosso rubino che colerà dal soffitto del tizio al piano di sotto, a meno che non vi ricordiate di bloccare lo scarico di emergenza, in questo caso chiamatemi prima che voglio assistere alla scena.)


Salto Nel Vuoto: Tutti abbiamo sognato di volare almeno una volta nella vita. Quale migliore occasione. Non penso ci sia nulla da spiegare, basta assicurarsi che la vostra pista di lancio sia abbastanza alta da assicurarvi la morte. Dicono anche sia indolore, ma su questo non ci metterei la mano sul fuoco, nessuno è tornato a raccontarlo. L'unico consiglio che mi sento di darvi è di farlo in un posto affollato, così sporcherete più persone possibili con le vostre budella.


Veleno: La morte femminile per eccellenza. Non sporca, solitamente regala un colorito piacevolmente violaceo alle vostre labbra e un candore irraggiungibile alla vostra pelle. L'unico problema è reperire del veleno che ti consente una morte nobile, diciamocelo, morire avvelenati è una figata, ma l'antigelo è così plebeo. Un consiglio utile è non cercare della cicuta ( Conium Maculatum ) finireste a mangiare kg di prezzemolo sperando di morire e in caso non lo sappiate il prezzemolo insaporisce, non uccide ( ..feti a parte ma questa è un altra storia, non sto scrivendo il manuale dell'aborto fai da te ). L'arsenico è una buona alternativa, lo trovate nei led e in un sacco di insetticidi. L'alternativa per eccellenza è andare a mangiare del pesce palla nei peggiori bar di Caracas, la tetradotossina è rapida e indolore, ne basterà pochissima e vi sembrerà di aver mangiato pesante. Se invece tenete alla linea anche prima dell'ultimo respiro prendete un contenitore di rame, metteteci dentro dei piombini e ricopriteli con dell'aceto, dopo circa una settimana l'aceto al veleno sarà pronto per la vostra ultima insalata. Un ulteriore consiglio è stare molto attenti alle dosi, in caso vogliate evitare paralisi spiacevoli, abbondate.


Corrente Elettrica: Siamo arrivati al metodo più doloroso. Inanzitutto disattivate il salvavita e dimenticatevi del phon nella vasca, la tecnologia non vuole che ci suicidiamo, quindi fanno di tutto per inventare cose che ci salvano l'esistenza. Potreste provare a leccarvi le dita e infilarle nella presa aspettando l'effetto desiderato, ma non so quanto possa essere funzionale. Trovare una scarica elettrica a voltaggio abbastanza elevato da friggervi e appestare di odore di pollo tutto il vostro condominio può essere complicato, personalmente proverei con i kit salvavita dei centri commerciali, sapete quando nei film urlano "libera! libera!" ecco.. quello, non mi viene in mente altro.


Asfissia: Si parte dal classico cappio al collo che mi hanno fatto notare teoricamente dovrebbe spezzarti il collo, ma se hai deciso di morire non devi essere una persona fortunata, quindi morirai per asfissia tra atroci ripensamenti, l'unico consiglio che ho su questo argomento è comprare un libro di nodi e assicurarsi di aver legato la corda a qualcosa di solido, tipo una trave di sostegno o un balcone, i lampadari cadono.
Un' alternativa valida è il classico sacchetto legato intorno al collo con dello scotch, non so bene a chi potrebbe passare per la testa di morire con un sacchetto in testa, ma i nostri genitori ci fanno notare questa eventualità sin da piccoli, perchè non dargli ascolto una volta nella vita. In questo caso non affidatevi ai sacchetti dei supermercati che si rompono subito, consiglierei qualcosa di più solido, tipo i sacchi neri del pattume. Non so che categoria di persone vorrebbe morire per asfissia, sicuramente qualcuno che ha fatto qualcosa di grave, deve essere estenuante non respirare.


Annegamento: Se pensate all'annegamento come uno stato di trance in cui vedete la luce filtrare attraverso l'acqua immersi nella pace dei sensi, avete visto troppi film. Non ho mai provato ad annegare, ma non deve essere una bella sensazione, acqua dove di solito ci dovrebbe essere ossigeno, non mi sa di niente di buono. L'acqua dolce provoca arresto cardiaco pressochè immediato, con l'acqua salata si muore indebolendosi pian piano e ci si gode il momento, queste sono scelte personali. Il primo minuto sarà decisivo, passato quello è tutto in discesa. Consiglio di farvi legare i polsi da qualcuno, la speranza è sempre l'ultima a morire, vorrete mica cambiare idea al primo millilitro d'acqua nei polmoni!? Ovviamente appendetevi dei pesi che vi portano a fondo, fare il morto non è considerato morire.


Droga: Sicuramente non è un metodo veloce ed efficace per morire, ci sono un sacco di eventualità che giocano a vostro sfavore. L'eroina potrebbe essere vostra amica, ma una dose mortale è ben oltre la singola siringa, quindi spingere due stantuffi contemporaneamente e fino in fondo prima di collassare mi pare un po' complicato, in caso ne siate in grado, complimenti. Ultimamente si parla anche di Shaboo ( Sali di Manila o cloridrato di metanfetamina  ), roba filippina di cui non mi fiderei molto, provoca istinti suicidi, omicidi e stati di allucinazione; male che vada avete ucciso un drago che lavorava da mcDonald immergendogli la testa nella friggitrice. Le altre droghe non le consiglio, se non tutte insieme, nel dubbio è meglio prenderle tutte, qualcosa faranno.


Gas Tossici: Indicato per i nostalgici della seconda guerra mondiale e delle docce dello zio Adolf. Per quanto sia una fan del monossido di carbonio ultimamente si sente sempre più spesso di gente che viene salvata in extremis, quindi il mio consiglio è di trovare un momento di tranquillità e ritagliarsi un angolino di privacy per morire in pace, se siete fortunati potreste anche esplodere e svegliare nel cuore della notte la vicina di casa che martella ogni domenica alle sette del mattino, la migliore rivincita prima della dipartita.


Harakiri o Seppuku: Considerato che ultimamente è esplosa la moda del Giappone in ogni sua forma, perchè non prendere in considerazione il suicidio rituale. Se volete mantenere l'onore anche nella morte questa è la scelta giusta, anche se non siete samurai ricordate che state compiendo un gesto quasi religioso quindi dovete sottostare ad un casino di regole. Mettetevi in ginocchio con le punte dei piedi rivolte all' indietro, il taglio deve essere sempre da sinistra a destra e poi verso l'alto. Ah! Dovreste anche trovare qualcuno che vi decapita appena dopo la morte. In caso foste donne non temete c'è la soluzione anche per voi ( Jigai ) ed è anche più facile; la posizione è la stessa, vi basta legarvi i piedi e tagliarvi la gola. Niente di più semplice.


Torcia Umana o Acidi Vari: Se siete avvezzi alle manifestazioni di piazza questa è la vostra morte, plateale, lenta e rumorosa. Se non avete niente da dire o per cui combattere evitate, fareste solo la figura degli egocentrici. Con l'aumento dei prezzi della benzina è probabilmente una delle morti più costose che mi viene in mente, ma sicuramente fa la sua figura. Accertatevi di essere in un qualche paese in cui vigili del fuoco e soccorsi ci mettano tanto ad arrivare, probabilmente agonizzerete tra le fiamme per ore prima di spegnervi ed avere un titolo in grassetto nella sezione cronaca nera di CronacaVera.


Farsi Investire: Altresì detto suicidio dei rompicoglioni. Prima di lanciarti di testa sotto un qualunque mezzo pubblico devi essere consapevole del fatto che a nessuno importerà della tua morte, nè dei motivi per cui l'hai fatto, a tutti importerà di essere in ritardo per qualcosa. Tutti ti odieranno e se esiste una vita dopo la morte passerai l'eternità ad essere ricoperto di insulti.





Ps: questo post è stato scritto con l'intento di ironizzare su un argomento che è quasi una mia ossessione, rispetto la decisione di ognuno e non voglio influenzare nessuno. Non ho intenzione di consigliarvi come uccidervi o tantomeno di uccidermi con voi od, ancora, organizzare suicidi di massa, i commenti contenenti consigli specifici su come morire o scritti non con l'intento di sfogarsi o confrontarsi, verranno CANCELLATI.

lunedì 9 settembre 2013

Veleno

Ho sempre pensato di avere una maledizione, uno strano veleno che uccide la gente che mi sta intorno.
Sono un po' come il sole, se ti avvicini troppo muori o ti fai molto male.
Dovrei venire rinchiusa in una torre, come una principessa delle favole.
Non ho mai voluto essere una principessa, preferisco i draghi.
Vorrei avere l'antidoto, salverei un sacco di sentimenti altrui che ora cadono nel vuoto della mia anima.
Non mi merito parole e pensieri, merito solitudine e silenzio.
Il veleno che ti do agisce lentamente..
..non sprecare più un minuto, gira al largo o sei fottuto.

Lascio parlare i Nerorgasmo per me.
http://www.youtube.com/watch?v=tU0mWnIjZS0

giovedì 29 agosto 2013

Chiudo Gli Occhi E Lascio Che Qualcuno Si Dimentichi Di Me.

Oggi è un giorno come un altro, eppure sognare la solitudine mi lascia sempre quel senso di vuoto incolmabile che mi segue per tutto il giorno.

Continuo a pensare all'altra notte, all'ansia e a quella valanga di sentimenti che mi ha travolta. Continuo a non capacitarmene e ad averne paura, tanta paura. Avrei voluto morire per rinascere nuova, credo sia stata la prima volta che ho pensato non solo di morire, ma anche di rinascere.

È strano come una persona e delle circostanze casuali possano farti provare sensazioni così forti, non mi succedeva da anni. Non pensavo neanche di essere più capace a provare così tante cose, il vuoto che ho dentro per un attimo si è riempito di altro, cose belle, cose brutte, cose. Non è importante di cosa mi sia riempita, l'importante è che sia successo. Sentirmi viva senza dolore, dimenticare il mondo senza alcool.

So che leggerai e si, parlo con te. Sono state dette un sacco di cose e molte altre sono ancora celate nelle nostre sinapsi, vorrei poterti aprire il mio cranio e farti dare un' occhiata a quello che contiene, capiresti molto di più. Ho pensato seriamente di non vederti mai più, non ci riuscirei. Ho pensato al futuro e al presente. Ho pensato a noi, a me e a te. Ho pensato fino a farmi scoppiare la testa. Ho deciso di provare a non pensare più, non ci riuscirò e per questo ti chiedo già scusa, ma sappi solo che ci sto provando, con tutta me stessa.

lunedì 19 agosto 2013

Vuoto.

La mia città è quasi deserta, un po' più vuota del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.
Vuota un po' come me..
Chiunque ha un un po' paura del vuoto.. chiunque ha un po' paura che non ci sia nessuno pronto ad accorgersi di lui, ad essere solidale. Riusciamo sempre ad essere così stupidi da aggrapparci a quel briciolo di falsa sicurezza che ti danno i tuoi simili.
Stupida umanità.
Mi piace essere sola in città, la fa sentire ancora un po' più mia. Riesco a vedere la fine della via, riesco a sentire l'autobus da quattro fermate prima. Il sibilo della città che non dorme si è acquietato, nell'aria rimbomba rumore di vuoto.
Vuoto, un po' come me..

sabato 10 agosto 2013

S. Lorenzo

Gli occhi che fissano il cielo velato di lacrime.
La mia Stella è caduta lontano, anni luce via da qui, ha smesso di parlarmi all'improvviso e la scia luminosa me l'ha lasciata nel cuore, nel cervello, nell'anima.
Non posso chiedere ad una stella di un' altra Stella.
Non posso desiderare di non vedere più le stelle.

Ricordo quella stella come fosse ieri, ricordo i nostri desideri, il senso di colpa che avevamo nell'esprimerli e i sorrisi imbarazzati.
Ricordo quando quel desiderio si è avverato, ricordo perfettamente la sensazione.

Tutto se ne va, tutto si consuma, pochi passi ancora ed è solo un ricordo.

Un meraviglioso ricordo.

lunedì 5 agosto 2013

Sono Uno Schifo Fottuto E Maledetto E Tu Sei Il Responsabile..

Non credo nella vita, non credo nel futuro, non credo nella felicità..
..voglio essere niente.
Credo nel non pensare, nell' autodistruzione, nel lasciarsi andare..
..spero di morire e lasciare il nulla dietro di me.

Spero di trasformarmi in un ricordo sbiadito, uno di quelli che fa male ma non ricordi il perchè. Spero di provare ancora del dolore, quel dolore che ti rende vivo e ti fa sentire meglio.

È assurdo come un semplice pezzo di vetro possa distruggere ogni briciolo di serenità. Ancora più assurdo se a metterti in mano il pezzo di vetro è il tuo inconscio, come se volesse darti un suggerimento, come se volesse distruggerti da dentro. Non ne puoi fare a meno, non puoi sottrarti a te stesso, non puoi scappare dai tuoi pensieri, non puoi svegliarti dai tuoi sogni, non puoi uccidere la tua realtà.
Il dolore sta diventando droga, ossessione..

venerdì 19 luglio 2013

Fingere..

Tanta gente pensa che fingere sia una brutta cosa, io lo trovo un regalo enorme.

Fingere non è non mostrare se stessi per quello che si è veramente, ma solo donare il meglio di te all'altro omettendo le parti peggiori.

Puoi fingere per una vita senza che nessuno se ne accorga e se ne dispiaccia. Puoi fingere così tanto da ingannare anche la tua mente e fingere così bene da non renderti conto di fingere. Puoi fingere sentimenti e sensazioni.. e puoi fingerle così perfettamente da sentirle veramente.

Ingannare se stessi è facile, mentire alla propria mente è ancora più facile, il problema è quando ti rendi conto di stare mentendo a tutti da anni. Il problema è sempre la realtà, mai la finzione.

lunedì 15 luglio 2013

Oggi è Uno Di Quei Giorni In Cui Vorrei Addormentarmi E Non Svegliarmi Più.

Sento il bisogno di farmi del male per rendere reale il dolore, non mi basta piangere e non mi basta scrivere, è uno di quei momenti in cui ho bisogno di me stessa e di rendere vero quello che provo. Ho bisogno di piangere perchè fa male veramente e non perchè sono triste, ho bisogno di ricordare da qui all' eternità. Ho bisogno di guardarmi e pensare di aver fatto la cosa giusta.

Vorrei addormentarmi e vivere in uno dei miei sogni per sempre, vorrei un sogno terribile, di quelli in cui mi  fanno del male. Vorrei un sogno per scappare dalla realtà, uno di quei sogni che fanno paura, quelli in cui ti svegli ancora spaventato e quelli che sembrano così reali che dimentichi di stare sognando.

Vorrei una bottiglia per portare via dalla mia testa i brutti pensieri. 

Continuo a chiedermi cosa succederà, se farà sempre così male e come starà il mio cuore. Mi chiedo se la mia mente reggerà e perchè sto piangendo se è veramente la cosa giusta..

mercoledì 10 luglio 2013

Un Estraneo Di Nome Micheal.. La Verità E' Che Non Sto Affatto Bene.

Sui mezzi di solito gioco a indovinare la vita degli estranei in base a cosa dicono, come si muovono, ma soprattutto a cosa indossano.

Mi ritrovo a sapere che il ragazzo che c'era sul 9 sabato sera si chiama micheal che ascolta hiphop, fuma erba e che gli piace una ragazza inarrivabile. Come lo so? Continuava a guardare nervosamente il cellulare, aggiornare facebook e controllare la connessione.. se fosse stata un'amica avrebbe avuto il numero; aveva un braccialetto abbastanza logoro con inciso il proprio nome, non era nel suo stile quindi era un regalo, non troppo azzeccato, ma comunque apprezzato vista l'usura; nel portafoglio aveva le cartine e nel momento in cui un ragazzino è entrato con il cellulare in mano e dell'hiphop ad alto volume, Micheal ripeteva con il movimento delle labbra le parole in inglese perfetto. Micheal è stato sul tram due fermate.

Forse sopravvaluto la mia empatia e sottovaluto il vostro intuito, ma mi sono accorta che nessuno nota mai i particolari. Le persone non notano neanche quello che hanno davanti agli occhi quando le distrai con quello che vogliono.
Capire le persone sta diventando noioso, al limite dello stressante. Mi trovo a non riuscire più a parlare con qualcuno liberamente perchè so già a cosa sta pensando e cosa mi risponderà. Mi trovo a dover bere o fumare per fare andare il mio cervello a mille e parlare con qualcuno senza annoiarmi o senza sentire i sentimenti di chi mi sta intorno turbinarmi nel cuore.

Forse dovrei smetterla di esplorarmi la mente, sto capitando in posti in cui non voglio essere, sto facendo cose che non voglio fare e non riesco a fare quello che dovrei per me stessa. E' proprio vero..

A forza di andare a fondo nelle cose ci si resta ( J. Cocteau )